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Abstract workshop Gestione Forestale Sostenibile


Sperando di fare cosa gradita pubblico l'Abstract del mio intervento al III Workshop Regionale sulla Gestione Forestale Sostenibile.

Il Piano di Gestione e Assestamento Forestale dell’Azienda Zervò: contenuti, opportunità e prospettive.

Dr. For. Francesco Scarfò (PhD)

Abstract

La Gestione Forestale Sostenibile fornisce in molte altre realtà nazionali ed europee servizi ambientali, sociali ed economici significativi per la società. Essa è una fonte di reddito per Enti pubblici e privati e fornisce servizi e privilegi alla società. Queste sono le motivazioni principali per cui è necessario in questo periodo storico una gestione oculata e sostenibile delle risorse forestali che rappresentano una risorsa rinnovabile. La Calabria è una delle Regioni con maggiore superficie forestale la cui gestione può offrire numerose opportunità di lavoro e di reddito. Attualmente il principale strumento di gestione disponibile è il Piano di Gestione e Assestamento Forestale (PGAF) con il quale si perseguono gli obbiettivi della ottimizzazione e della massimizzazione degli aspetti economici, ambientali e sociali.
Il PGAF dell’Azienda Zervò rappresenta il primo tassello per l’Azienda Forestale Regionale verso una pianificazione a larga scala. L’Azienda si trova nel Comune di Oppido Mamertina (RC) all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte (zone C e B). La superficie forestale è caratterizzata per l’80% di Rimboschimenti di conifere e per la restante parte da Boschi di faggio (cedui in conversione). Si tratta quindi di sistemi forestali semplificati (monocolture) in cui non sono state effettuate le cure colturali e in cui si sono verificati nel corso degli anni tagli “irrazionali”. Per questi motivi i principi ispiratori del PGAF si rifanno alla Gestione Forestale Sostenibile e più in particolare alla “rinaturalizzazione” nel rispetto della legislazione Nazionale, Regionale ed Europea. Il PGAF ha un periodo di validità di 10 anni (2013-2022) nel quale, gli interventi selvicolturali, sono stati calibrati in modo tale da avviare una graduale sostituzione delle conifere con specie autoctone di maggior pregio economico, estetico ed ambientale (faggio, abete bianco, farnetto e rovere meridionale) ed il materiale legnoso ricavato compenserà le spese di gestione. Un aspetto molto importante è che il PGAF consentirà inoltre di valorizzare le competenze professionali degli operatori forestali che verranno impiegati per le operazioni di gestione. Quindi l’obbiettivo è anche quello di ricreare quelle maestranze indispensabili per una Gestione Forestale Sostenibile redditizia ed efficiente.



Il PGAF è lo strumento tecnico consente di poter avviare (i) l’iter della certificazione forestale ed (ii) accedere al mercato volontario dei crediti di carbonio come in altre importanti realtà forestali nazionale ed europee.
La certificazione forestale attesta la Gestione Forestale Sostenibile dell’Azienda secondo standards. Ammette l'uso di un marchio che serve ad evidenziare il rispetto dei requisiti dettati dalle norme e a differenziare il prodotto sul mercato e rappresenta quindi una Certificazione Ambientale. Con la certificazione le aziende (Enti pubblici e privati) si impegnano a:
- rispettare sempre le norme e le leggi vigenti (si tratta di uno strumento volontario con il quale l’azienda fissa obiettivi più restrittivi); - impegnarsi pubblicamente di fronte alla collettività per la tutela dell’ambiente;
- operare secondo un piano di gestione e programmazione di lungo periodo;
- investire in infrastrutture e risorse umane.
La certificazione forestale serve quindi a promuovere una Gestione Forestale Sostenibile dei boschi mentre per le imprese che la conseguono è un utile strumento di marketing e un'opportunità di ufficializzare il loro impegno verso l'ambiente. E’ importante peraltro evidenziare che, se il prodotto legnoso è realizzato con legname e da imprese locali, la sua certificazione contribuisce a valorizzare le risorse e l’economia del territorio
Il PGAF rappresenta la base conoscitiva da cui effettuare il calcolo dei crediti di carbonio aggiuntivi generati dal PGAF stesso o, in futuro, da impianti a biomassa che sostituiscano fonti energetiche derivate da petrolio, per poi poterli collocare nel mercato volontario. Le foreste hanno un ruolo importante nel ciclo globale del carbonio e una stima precisa del carbonio in esse contenuto e scambiato con l’atmosfera è essenziale per poter valutare il contributo delle foreste al bilancio planetario. La quantificazione del carbonio in foresta viene fatta tenendo conto dei cinque raggruppamenti indicati dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici a cui l’Italia ha aderito: biomassa epigea, biomassa ipogea, legno morto, lettiera e carbonio organico nel suolo. La capacità delle foreste di fissare la CO2 atmosferica è fondamentale sia ai fini della conoscenza e della gestione degli ecosistemi, sia per gli aspetti economici che da essi derivano (mercato dei crediti di carbonio). La fissazione del carbonio degli ecosistemi forestali è collegata con le attività addizionali indicate dall’articolo 3.4 del Protocollo di Kyoto che prevedono quale strumento attuativo la gestione forestale (Forest Management). Nel caso del PGAF, realizzato nell’ambito dell’azienda Zervò, i crediti di CO2 equivalenti ad ettaro (CO2 eq ha-1) generabili dalle attività di Forest Management sono stati quantificati con il modello CO2FIX v3.1. Questo modello rappresenta una fra le più moderne applicazioni per lo studio dei flussi di carbonio fra ecosistemi forestali ed atmosfera, e consente di quantificare dinamicamente il sequestro potenziale di carbonio in un periodo di riferimento. Tale modello è stato utilizzato con successo nella Regione Calabria dal Dr. For. Francesco Scarfò ed è stato indicato come criterio di calcolo dall’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA).

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