A Luglio 2015 l'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale www.isprambiente.gov.it) ha presentato il rapporto "Il clima futuro in Italia: analisi delle proiezioni dei modelli regionali" in cui presenta l'outpup dei più accreditati modelli climatici a scala regionale per il territorio Italiano.
In sintesi il rapporto ricalca quello che gli scienziati e climatologi evidenziano da ormai quasi 10 anni, ovvero che, il clima sta cambiando e gli effetti sono un innalzamento delle temperature ed una diminuzione delle precipitazioni. La principale causa? l'aumento dei gas climalteranti (Greenhouse Gas, GHG) prodotti dalle attività umane e rilasciati nell'atmosfera terrestre.
Il clima Mediterraneo è particolarmente affetto da questi effetti in quanto rappresenta una zona cuscinetto fra il clima sub-tropicale al sud (Nord Africa) e quello continentale (Centro Europa) e le problematiche legate al clima vanno ben oltre l'immaginazione e sono legate soprattutto allo "stile di vita" degli abitanti del pianeta terra.
Le variazioni climatiche sono intimamente connesse con tutti gli aspetti ambientali, sociali ed economici e sono disponibili numerosi ed autorevoli studi che mettono in relazione gli aspetti succitati con gli effetti del cambiamento climatico.
Per rendere l'idea basta pensare alla tecnologia costruttiva di una regione (intesa come area geografica) e prendiamo come esempio le infrastrutture. Queste sono state progettate/dimensionate (si spera...bene...) con determinati materiali costruttivi, per determinati tempi di ritorno (il tempo medio intercorrente tra il verificarsi di due eventi successivi di entità uguale o superiore ad un valore di assegnata intensità o, analogamente, è il tempo medio in cui un valore di intensità assegnata viene uguagliato o superato almeno una volta) in relazione ad una tecnologia che tiene conto delle serie storiche climatiche. Variazioni climatiche cosi repentine non sono contemplate perché non si sono mai verificate quindi si tratta di una novità storica (epocale). C'è la reale possibilità che normali infrastrutture quali possono essere case, quartieri, grattacieli, strade, autostrade, dighe, ecc. non siano stati progettati per sopportare questo tipo di stress.
Alle temperature ed alle precipitazioni non si può non menzionare l'innalzamento del livello dei mari collegato con l'innalzamento della temperatura globale e quindi lo scioglimento dei ghiacci (in primis polo Nord e Sud). E' di oggi la segnalazione di una carta, disegnata da un disegnatore slovacco (Martin Vargic alias Jay Simons, che ringrazio in quanto viene riportato il mio paese natale Mammola che non affonderà... come ad esempio la capitale...), che rappresenta l'Italia se il livello del mare si innalzasse di 100 m.
Rappresentazione dell'Italia nel 2100 se il livello del mare si innalzasse di 100 m (fonte Repubblica.it) |
I modelli utilizzati si rifanno agli scenari recentemente ridefiniti dall'IPCC (Intergovernmental Panel for Climate Change) a scala globale allo scopo di fornire informazioni sulla probabile evoluzione delle diverse componenti della forzante radiativa (emissioni di gas serra, inquinanti e uso del suolo), da utilizzare come input per i modelli climatici (ISPRA 2015b). Gli scenari (Representative Concentration Pathways, RCP) sono caratterizzati da diversi valori di forzante radiativa. Il rapporto dell'ISPRA ha analizzato l'output di 4 modelli a scala regionale disponibili per il Mediterraneo (proiezioni di temperatura e precipitazione fino al 2100) negli scenari di emissione RCP4.5 e RCP8.5.
TEMPERATURE
Il 2014 ha segnato nuovi record della temperatura media, sia a scala globale che in Italia. A livello globale (terraferma e oceani) il 2014 è stato l’anno più caldo dal 1880 ad oggi. Sulla terraferma, l’anomalia della temperatura media globale rispetto al trentennio climatologico di riferimento 1961-1990 è stata di +0.89°C e si colloca al 4° posto della serie a partire dal 1961; dal 1986 l’anomalia termica media globale sulla terraferma è stata sempre positiva. Tutti gli anni successivi al 2000 sono i più caldi dell’intera serie storica ad eccezione del 1998 (ISPRA 2015a).
Come sopra per la T minima. |
Come sopra per la T media. |
PRECIPITAZIONI
Le precipitazioni cumulate annuali del 2014 in Italia sono state complessivamente superiori alla media climatologica del 13% circa. Il valore medio di anomalia annuale presenta sensibili differenze tra diverse aree del territorio italiano. Al Nord il 2014 è stato nettamente più piovoso della norma (+36%), al Centro moderatamente più piovoso della norma (+12%), al Sud e sulle Isole moderatamente meno piovoso della norma (-12%). Al Nord il 2014 si colloca al secondo posto tra gli anni più piovosi dell’intera serie, dopo il 1960.
Al Nord il clima è stato più secco della norma da aprile a giugno, a settembre ed ottobre; è stato nettamente più piovoso della norma a gennaio, febbraio luglio e novembre, mesi nei quali le precipitazioni cumulate sono state mediamente più del doppio della norma.
Al Centro solo agosto, ottobre e dicembre sono stati meno piovosi della norma e a luglio è stato registrato il valore più elevato di anomalia positiva: +150% circa. Al Sud e sulle Isole le precipitazioni mensili sono state vicine alla media climatologica ad eccezione del mese di agosto (-75% circa). Nell’intervallo 1951-2014 i valori medi delle precipitazioni cumulate annuali risultano in leggera diminuzione ma in modo statisticamente significativo solo al Centro (rateo di variazione pari a -2.3 ± 0.9% / 10 anni).
La precipitazione massima giornaliera è stata registrata dalla stazione di Linguaglossa (CT, 590 m s.l.m.) in occasione dell’evento estremo del 5 novembre 2014: 330.4 mm. A seguire, i valori più elevati sono stati registrati il 15 novembre in provincia di Genova a Mignanego (294.6 mm) e Fiorino (293.8 mm).
Bibliografia
ISPRA (2015a). Gli indicatori del CLIMA in Italia nel 2014 (ANNO X). ISPRA stato dell'Ambiente 57/2105 [on-line]
ISPRA (2015b). Il clima futuro in Italia: alisi delle proiezioni dei modelli regionali. ISPRA stato dell'Ambiente 58/2105 [on-line]
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