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L'abete dei Nebrodi (Abies nebrodensis (Lojac.) Mattei, 1908)

L'abete dei Nebrodi vegeta nel Parco delle Madonie (e non nel Parco dei Nebrodi come potrebbe sembrare) nella Sicilia Nord-Occidentale. Sotto l’aspetto floristico l’area del Parco delle Madonie costituisce, in Sicilia e nel bacino del Mediterraneo, uno dei territori di maggiore interesse sia per l’elevato grado di diversità biologica che per la qualità delle specie che vi sono insediate. Si tratta di un ambiente di notevole valenza naturalistica che si configura come ponte tra il continente africano, la Penisola italiana e quella balcanica (Raimondo, 1988).

L'abete dei Nebrodi è un abete molto raro che si credeva estinto. Lo ha ritrovato il botanico Michelangelo Lojacono Pojero (protologo cioè il primo a definire il taxon nel 1904, Fl. Sic. 2(2): 401) e Giovanni Ettore Mattei ha fatto una approfondita descrizione botanica (Bollettino Reale Orto Botanico Palermo 7: 64 1908). Il sinonimo su cui si basa il nome (basionimo) è Abies pectinata (Lam.) DC. var. nebrodensis Lojac mentre i sinonimi sono Abies pectinata (Lam.) DC. var. nebrodensis Lojac.; A. alba Mill. var. nebrodensis (Lojac.) Svoboda; A. alba Mill. subsp. nebrodensis (Lojac.) Nitz.; A. pectinata Guss. non Gilib.. A questo link è possibile leggere una esaustiva descrizione botanica.

La cosa interessante dell'abete dei Nebrodi è il fatto che esistono pochi esemplari in natura e tutti concentrati nel Vallone Madonna degli Angeli e dintorni nel comune di Polizzi Generosa (che ha dato i natali anche allo stilista, desiner ed imprenditore Domenico Maria Assunta Dolce di Dolce&Gabbana). Da fonti scritte il numero ammonta a circa una trentina di individui (ma i riferimenti bibliografici sono di circa 10 anni fa) ma visitato personalmente il sito, ad oggi fra i soggetti censiti e la rinnovazione naturale il numero è sicuramente superiore grazie anche ad un progetto Progetto LIFE Natura “Conservazione in situ ed ex situ di Abies nebrodensis (Lojac.) Mattei" che ha avuto seguito con il progetto denominato “Conservazione di Abies nebrodensis e ripristino torbiere di Geraci Siculo”, nato dall'accordo di programma tra Ministero dell’Ambiente e A.r.t.a., approvato con delibera n° 19/2004 dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (vedi sito internet Parco delle Madonie per maggiori informazioni).

A causa della sua rarità la specie è stata inserita nella Lista Rossa IUNC (International Union for Conservation of Nature) come una delle 50 specie a rischio di estinzione nel Mediterraneo.

Si tratta quindi di una specie che non ha un valore commerciale come l'abete bianco o l'abete rosso bensì un inestimabile valore legato agli aspetti geobotanici e di conservazione della biodiversità. L'abete dei Nebordi rappresenta l'unico abete endemico Siciliano. Una chicca per i forestali (mi riferisco ai laureati in Scienze Forestali), per i botanici e naturalisti di tutto il pianeta. Una prova vivente della flora post glaciale ed un esempio di come le glaciazioni abbiano contribuito alla differenziazione intra-specifica della vegetazione forestale del Mediterraneo e dell'Europa.

Alcuni individui, censiti e recintati per evitare i danni da pascolamento, si possono vedere lungo un sentiero del Parco denominato "Sentiero degli Abies nebrodensis" link. Il sentiero parte dal cancello forestale e si articola per 8 km con un dislivello di 350 m. Il paesaggio è mozzafiato e lungo il sentiero è possibile vedere il pino nero, il cedro dell'Atlante, il leccio, il faggio e gli abeti numerati. Il primo abete da vedere è il n. 30 mentre quello più facilmente accessibile è il n. 22 a poche decine di metri. Il n. 22 sembra avere un'età compresa fra 15 e 20 anni e nell'intorno, in un raggio di 2-3 m, è localizzata una abbondante rinnovazione classificata per anno con dei legnetti a cui sono stati apposti dei talloncini recanti l'anno di nascita (mi pare). Il n. 22 è localizzato all'interno di una macchia a leccio ed è interessante notare come la copertura si interrompe proprio in prossimità dell'abete permettendo un maggiore apporto luminoso e idrico per le giovani piantine. L'emozione è tanta ed è possibile fare foto dettagliate.

Purtroppo anche se sul sito del Parco viene presentata in pompa magna la presenza dei percorsi in formato compatibile con Google Earth e quindi visualizzabile anche sui dispositivi Android per la navigazione e addirittura una App dedicata... bene... io non sono riuscito a trovare nulla. Ho anche inviato una email al presidente ed al responsabile del settore di competenza del Parco delle Madonie senza ricevere nessuna risposta! Molto male...

Comunque non mi sono scoraggiato e grazie all'aiuto della rete ho trovato il file in formato kml (Keyhole Markup Language) che potete scaricare qui "Sentiero degli Abies nebrodensis".


Di seguito qualche foto scattata durante la mia escursione che purtroppo è finita prima del previsto a causa della neve copiosa che non mi ha concesso di completare il percorso ad anello.
Ma appena le nevi sulle cime si saranno sciolte mi ripropongo di completare il sentiero in modo da visitare anche le piante a quote più elevate.


Veduta del Parco dal sentiero.


Abete n. 22 - è possibile distinguere i talloncini che localizzano la rinnovazione naturale degli anni precedenti.

Particolare del rametto dell'abete n. 22 con gli aghi disposti a spazzola.

Particolare del giovane fusto dell'abete n. 22.

Strobili di cedro lungo il sentiero.

Faggi attaccati da vischio lungo il sentiero.

Biodiversità del piano arboreo lungo il sentiero. Si distinguono nello spazio di pochi metri il cedro dell'Atlante, il pino nero, il leccio, il faggio e la rovere.






Bibliografia citata
RAIMONDO F.M., 1988 – Stato delle conoscenze floristiche nella Sicilia al 1987. In PEDROTTI F., (ed.), 100 anni di ricerche botaniche in Italia. – Soc. Bot. Ital., pp. 637-665.







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