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Le polveri sottili: il nemico invisibile

Il particolato o polveri sottili, nella chimica ambientale, indica l'insieme delle sostanze sospese in aria sotto forma di aerosol atmosferico che hanno dimensioni che variano da pochi nm (nanometri) a 100 µm (micron).
PM è l'acronimo per Particulate Matter o Materia Particolato mentre il numero indica le dimensioni in µm (micron). PM10 e il PM2,5 sono definiti come il materiale particolato avente un diametro aerodinamico medio inferiore, rispettivamente, a 10 µm e 2,5 µm.
Quindi il PM2,5 è una frazione del particolato totale interamente contenuta nella frazione di PM10 (fibre, particelle carboniose, metalli, silice, inquinanti liquidi o solidi) presenti nell'atmosfera terrestre per cause naturali e antropiche o in luoghi di lavoro industriali.


Il particolato è l'inquinante che oggi è considerato di maggiore impatto nelle aree urbane, ed è composto da tutte quelle particelle solide e liquide disperse nell'atmosfera, con un diametro che va da pochi nanometri fino ai 500 µm e oltre (cioè da miliardesimi di metro a mezzo millimetro) (es. particolato carbonioso).

Le polveri sottili o particolato atmosferico sono pulviscolo molto fine, talmente leggero da rimanere facilmente sospeso in aria e quindi respirato. Può essere suddiviso in due categorie, a seconda delle dimensioni medie delle particelle:
  • Particolato grossolano. Costituito da particelle, polveri, pollini e spore con diametro superiore a 10 µm (micron), le cosiddette PM10. Un micron è pari a un milionesimo di metro, o un millesimo di millimetro.
  • Particolato fine o sottile. Costituito dalle polveri di dimensioni attorno ai 2,5 µm, ovvero le PM2,5.
  • Particolato ultrafine o polvere respirabile. Costituito da polveri di dimensioni tra gli 1 e gli 0,1 µm.
Al di sotto di queste misure di parla di nanopolveri.

Questa foto presa dal web mette in evidenza le dimensioni del particolato in relazione alle dimensioni di un capello umano.

Il particolato aerodisperso è in grado di assorbire gas e vapori tossici. In questo modo aumentano le concentrazioni dei gas inquinanti che raggiungono le zone più profonde del polmone, trasportati dalle particelle PM10 e PM2.5. Numerosi studi hanno evidenziato una correlazione tra esposizione acuta a particolato aerodiperso e sintomi respiratori, alterazioni della funzionalità respiratoria, ricoveri in ospedale e mortalità per malattie respiratorie. Inoltre, l’esposizione prolungata nel tempo al particolato, già a partire da basse dosi, è associata all'incremento di mortalità per malattie respiratorie, di patologie quali bronchiti croniche, asma, riduzione della funzionalità respiratoria e di rischio di tumore delle vie respiratorie.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha raccomandato di mantenere la concentrazione di tale inquinante al livello il più basso possibile, non esistendo un livello soglia al disotto del quale non sono dimostrabili effetti sulla salute.
La categoria più vulnerabile ai rischi sanitari causati dalla polveri sottili  sono i neonati e i bambini: i loro organismi e i loro sistemi immunitari ancora in fase di sviluppo li espone a rischi maggiori.

Per questi motivi è necessario il monitoraggio ambientale nelle aree a rischio ma non solo.
Pochi immaginano che uno dei luoghi a più alta concentrazione di particolato può essere la propria casa dove le normali attività provocano la formazione di polveri sottili. Per questo è necessario sempre provvedere ad arieggiare gli ambienti, utilizzare sistemi di aspirazione (esempio cappa sulla cucina), ecc..

Il monitoraggio su larga scala si basa sul'utilizzo di postazioni mobili o fisse su cui sono installati dei sensori che raccolgono dati discreti o in continuo. L'analisi di questi dati consente di poter valutare se i livelli sono entro le soglie stabilite. 

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